Copied from Biblioteca Multimediale Marxista: LA GUARDIA ROSSA Quel che si avanza è uno strano soldato, vien dall'oriente e non monta destrier. La man callosa ed il viso abbronzato, è il più glorioso di tutti i guerrier. Non ha pennacchi e galloni dorati, (c'è anche una variante: Egli saluta col pugno serrato,) ma sul berretto e scolpiti nel cuor, mostra un martello e una falce incrociati, son gli emblemi del lavor. Viva il lavor! Rit- E' la guardia rossa che marcia alla riscossa, che scuote dalla fossa, la schiava umanità. Giaque vilmente la plebe in catene sotto il tallon dell'iniquo padron: dopo milleni di stragi e di pene l'asino alfin si cangia in leon. Sbrana furente il succhion coronato, (Distrugge i ceppi che l'hanno legato) spoglia il nababbo dell'or che rubò (Spezza il dominio di chi lo sfruttò) danna per fame a lavoro obbligato, (Costringe al fine al lavoro obbligato) chi mai non lavorò. Non lavorò! Rit- Accorre sotto la rossa bandiera, tutta la folla dei lavorator rimbomba il passo dell' epica schiera, sopra la tomba del mondo che muor. Tentano invano risorgere i morti, tanto a che vale lottar col destin, marciano al sole più ardenti e più forti, le armate di Lenin. Viva Lenin! Rit- Quando alla notte la plebe riposa, nella campagna e nell'ampia città, più non la turba la trema paurosa, del suo vampiro che la svenerà. Che sempre veglia devota e tremenda, la guardia rossa alla sua libertà, la tirannia cancrenosa ed orrenda, piu non ritornera. Non tornerà! Rit-Che la guardia rossa già l'inchiodò alla fossa nell'epica riscossa dell'umanità.
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